PROGETTO
NOMADI DIGITALI IN BARBAGIA
OLZAI 30 settembre 2025
Posizionare la Barbagia come destinazione attrattiva e sostenibile per i nomadi digitali e per chi cerca una nuova qualità della vita nei territori interni della Sardegna: è questa la sfida al centro del progetto “Nomadi Digitali in Barbagia”, promosso dal Comune di Gavoi con il contributo della Fondazione di Sardegna e la gestione organizzativa di Malik ETS.
L’iniziativa, articolata in più fasi, ha come primo tassello il Gavoi Digital Nomad Summit 2025, in programma l’8 novembre, che riunirà esperti, amministratori, operatori e cittadini per confrontarsi su opportunità, criticità e prospettive legate a questo nuovo modo di abitare i territori.
Un incontro per avviare il percorso di rigenerazione
Lo scorso luglio si è svolto a Gavoi il primo incontro dell’iniziativa, con l’obiettivo di costruire un percorso innovativo per contribuire al contrasto dello spopolamento e ripensare la Barbagia come territorio capace di attrarre e accogliere nuovi abitanti, a partire dal crescente fenomeno globale del lavoro da remoto.
L’appuntamento, dal taglio operativo e strategico, è stato un’occasione per condividere con i rappresentanti delle comunità locali i contenuti generali del progetto, raccogliere idee, evidenziare criticità e avviare la fase preparatoria che, nei prossimi mesi, animerà i Comuni della Barbagia con incontri pubblici e attività di coinvolgimento.
Ad aprire i lavori è stato Salvatore Lai, sindaco di Gavoi, insieme a Lucio Pascarelli – ex dirigente delle Nazioni Unite e oggi nomade digitale residente a Gavoi – sottolineando come il progetto rappresenti il primo tassello di un disegno più ampio.
Pascarelli – che con Claudia Sedda (direttrice GAL Barbagia Mandrolisai Gennargentu), Giuseppe Melis (docente di marketing turistico, Università di Cagliari) e Luca Columbu (fondatore di Live&Work from Ollolai) compone il Comitato Tecnico Scientifico – ha guidato il confronto e presentato le linee guida strategiche che orientano il percorso.
Hanno partecipato attivamente anche i sindaci dell’Unione dei Comuni della Barbagia (Lodine, Ollolai, Olzai, Sarule, Ovodda, Oniferi e Tiana), il presidente dell’Unione Pietro Zedda e la presidente di ANCI Sardegna Daniela Falconi.
Dal confronto: non solo ospitalità, ma abitabilità
Dal dibattito è emersa una fotografia nitida della Sardegna di oggi: un territorio in cui la narrazione dominante sullo spopolamento rischia di trasformarsi in una profezia che si autoavvera. Le proiezioni di ISTAT ed Eurostat parlano di declino demografico, ma i partecipanti hanno evidenziato come questa traiettoria non sia irreversibile.
A dimostrarlo sono esperienze come quella di Ollolai, divenuto simbolo della rinascita dei piccoli paesi con l’iniziativa delle “case a 1 euro” e, più recentemente, con il progetto “Work from Ollolai”, che offre abitazioni a chi sceglie di viverci e lavorare da remoto.
Sperimentazioni simili hanno preso forma in altri centri sardi: a Laconi il collettivo Treballu propone iniziative di coworking; a Stintino, con il progetto “Pescatori Digitali”, il borgo ha aperto le porte dei suoi edifici storici e degli spazi pubblici al coliving e al lavoro da remoto; a Martis, 400 abitanti, si sta sviluppando un progetto ambizioso che punta a creare la prima città per nomadi digitali al mondo, guidato da Christine Michaelis e seguito da Giffoni Innovation Hub.
A queste esperienze si affiancano le storie di chi ha già scelto la Barbagia come nuova casa, come Roger e Robin, coppia texana oggi residente a Gavoi, dimostrando che scenari alternativi sono possibili.
Lucio Pascarelli ha invitato a superare la visione dei nomadi digitali come fenomeno effimero legato al turismo. «Non tanto nomadi, ma anche futuri residenti» – ha sottolineato – evidenziando l’urgenza di creare ecosistemi abitabili. Chi arriva in Barbagia cerca case in cui vivere, connessione veloce, comunità accoglienti e servizi di qualità. «Oggi ciò che rende un luogo attrattivo – ha aggiunto – non è solo ciò che offre al suo interno, ma quanto permette di restare connessi, fisicamente e digitalmente, con il resto del mondo».
Anche Giuseppe Melis, studioso del turismo nei territori interni, ha rafforzato il concetto smontando il mantra secondo cui “il turismo è la soluzione allo spopolamento”. «Ciò che può fare la differenza è la capacità di un territorio di essere autentico e desiderabile per viverci – ha spiegato –. Ma l’autenticità non si costruisce con slogan: richiede investimenti concreti in scuola, sanità, mobilità, reti digitali e relazioni di comunità».
Un percorso in fasi, condiviso con i territori
Il progetto non si esaurirà nel summit di novembre, che rappresenterà un momento-chiave per aggregare istituzioni, esperti e cittadini attorno a una visione condivisa. Già ora il lavoro prosegue con incontri pubblici nei Comuni della Barbagia, attività di ascolto e co-progettazione con le comunità locali e uno studio sull’impatto socioeconomico del nomadismo digitale, che fungerà da base per politiche territoriali integrate.
Un ulteriore obiettivo è quello di stimolare il tessuto imprenditoriale locale ad accogliere questa nuova tipologia di presenza, non solo come opportunità economica, ma come occasione per attivare contaminazioni positive e percorsi di crescita condivisa. I nomadi digitali, infatti, possono diventare interlocutori attivi in grado di generare scambi di competenze, ispirare nuove progettualità e aprire spazi di collaborazione tra imprese, professionisti e nuovi abitanti.
Come ha ricordato Daniela Falconi, «nessuno può farcela da solo: né i singoli Comuni, né le comunità, né i nuovi arrivati. Serve un lavoro di concerto per rigenerare i territori».
Questo primo incontro ha gettato le fondamenta di un percorso che punta a contagiare positivamente l’intera Barbagia e a offrire un modello replicabile anche in altri territori sardi, mettendo in rete comunità, istituzioni, imprenditori e nuovi abitanti.
Uno sguardo al futuro
L’auspicio condiviso è che riflessioni e azioni già innescate possano ispirare altre comunità, contribuendo a costruire una Sardegna capace di rinnovarsi senza rinunciare alla propria identità. Gli amministratori presenti hanno assunto il ruolo di portatori di questo messaggio nelle proprie comunità, invitando operatori, cittadini e curiosi a partecipare ai prossimi appuntamenti pubblici per costruire insieme una nuova visione di futuro: abitabile, inclusivo e connesso.
Il futuro demografico della Sardegna non è scritto. Come emerso dai lavori, servono azioni sistemiche e visione a lungo termine. Il progetto intende dimostrare che la rigenerazione è possibile se sostenuta da infrastrutture, innovazione sociale e capacità di accogliere diversità.
Aggiornamenti e calendario degli incontri saranno disponibili sulle pagine social dedicate: Nomadi Digitali in Barbagia.
SCHEDA INFORMATIVA
Nomadi digitali in Barbagia – Gavoi Digital Nomad Summit 2025
8 novembre, Hotel Ristorante Sa Valasa – lago di Gusana, Gavoi (NU)
Con il contributo di Comune di Gavoi, Fondazione di Sardegna
Con il patrocinio di GAL Barbagia – Mandrolisai – Gennargentu
Gestione organizzativa: Malik Associazione ETS
Via Ruggero Bacone n. 4 Cagliari; Tel. 3470892378 – www.associazionemalik.it
Comitato Tecnico-Scientifico:
- Lucio Pascarelli, ex dirigente Nazioni Unite, nomade digitale;
- Claudia Sedda, direttrice Gal Barbagia, Mandrolisai, Gennargentu;
- Luca Columbu, fondatore Live&Work from Ollolai, Fisico Informatico, Nomade Digitale;
- Giuseppe Melis, docente di marketing turistico, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali
Università di Cagliari.
Social:
Instagram: @nomadidigitalibarbagia
Facebook: Nomadi Digitali in Barbagia
Contatti: nomadidigitalibarbagia@gmail.com